La Sardegna
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Immagina di nascere, e di avere in dono un mondo. Immagina di scoprirne il tempo, la storia e le storie, le pietre e le opere, la natura e il paesaggio. Immagina di avere la responsabilità di tutto questo, per custodirlo e farne dono a chi verrà ancora. Immagina tutto questo, capirai quello che per noi e TERRA SARDA.

Paesaggi immutabili, millenarie opere dell’uomo, tradizioni antichissime, nuove iniziative, bellezze incomparabili…A ogni passo la Sardegna continua a essere una sorpresa. Specie nell’interno, cuore della sua vita più autentica.

Il sito è online dal 01/12/2003 
 
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La Sardegna

Dal latino Sardinia, terra, isola dei Sardi (Sardi -orum ). Nome con cui i Romani chiamavano la Sardegna e nome della provincia romana di Sardegna, costituita nel 227 a.C.

 Greci chiamavano la Sardegna Sardò, connettendola a Sardo, figlio di Eracle che secondo il mito sarebbe giunto nell’isola a capo di colonizzatori libici. La Sardegna era chiamata dai greci anche Ichnussa, dal greco ichnos (orma di piede umano), per la sua caratteristica forma (da cui anche Sandaliotis, da sandalion, sandalo).

Il radicale s(a)rd- , che identifica l’ethnos dei Sardi, appartiene al sustrato linguistico mediterraneo preindeuropeo. Si ritiene che i Sardi della protostoria indicassero la loro terra e se stessi con nomi derivati da questa base. La più antica sicura attestazione scritta dell’etnico (Srdn) è contenuta nella fenicia “stele di Nora” risalente alla fine del IX sec. a.C . Un altro importante documento risale al VI secolo a.C.: si tratta di un trattato di amicizia  stipulato dagli abitanti della potente città magno-greca di Sibari e dal popolo dei Serdàioi, i Sardi secondo alcune accreditate ipotesi, il cui testo fu inciso su una tavola di bronzo che fu deposta nel famoso santuario panellenico di Zeus ad Olimpia. Diversi studiosi avanzano l’ipotesi che i Sardi siano da riconoscere anche nei Serdan-, uno dei “Popoli del Mare” menzionati nei documenti egiziani tra il XVI e il XIII secolo a.C. Ciò lascerebbe immaginare una civiltà nuragica eccezionalmente avanzata ed intraprendente a livello mediterraneo, aspetti che però l’archeologia non sembra avere ancora adeguatamente documentato.

La Sardegna è, per grandezza, la seconda isola del Mediterraneo: misura 24.089 km2, è compresa tra i 38° 51' 52'' e i 41° 15' 42'' di latitudine Nord e tra gli 8° 8' e 9° 50' di longitudine Est. Posta al centro del Mediterraneo occidentale, dista appena 12 km. dalla  Corsica, 120 Km. dalla Toscana, 185 Km. dalle coste del Nord-Africa, è circondata da fondali marini molto profondi ed ha uno sviluppo costiero di 1.849 Km. Le coste sono generalmente alte e rocciose, corrono rettilinee per chilometri, ma spesso sono articolate e terminano in promontori, con insenature ampie e profonde contornate da isolette. In prossimità delle coste basse e piane si incontrano, nell'entroterra, stagni, paludi, distese di dune. Per lunghi tratti, a Nord-Ovest e Nord-Est la linea costiera diviene impervia e frastagliata. Essendo una terra antichissima, con rocce che risalgono al Paleozoico Antico(300 milioni di anni fa), l'Isola non possiede rilievi montuosi di grandi altezze a causa di lunghi processi di erosione. Predominano gli altopiani rocciosi di granito, scisto, trachite, basalto (detti "giare" o "gollei"), arenaria, dolomie-calcari (detti "tonneri" o "tacchi") di altezza compresa tra i 300 e i 1.000 metri.Tra i massicci montuosi spiccano quello del Gennargentu - nel centro dell' Isola - con la sua cima più alta (1.834 m.), il Monte Limbara (1.362 m.) a Nord e il Monte Rasu, parte culminante della cosiddetta "catena del Marghine", che si allunga trasversalmente per 40 Km verso Nord. Ad essi si accompagnano avvallamenti articolati e profondi dove spesso scorrono corsi d'acqua. Ad eccezione del Campidano, grande pianura che dal golfo di Cagliari risale per circa 100 chilometri fino al golfo di Oristano, le pianure sono poche e di modesta estensione. 

Delle originarie grandi foreste di lecci, querce, castagni, carrubi - oggetto di intenso sfruttamento fin dai tempi più antichi - rimangono oggi ampi lembi che interessano circa 1/6 della superficie totale per circa 475.000 ettari. Particolarmente rilevante è la foresta di Gutturu Mannu, nel Sud, la 
più grande del Mediterraneo. Tre sono i maggiori fiumi - per lunghezza e portata d'acqua: il Flumendosa, che sfocia nella parte meridionale della costa Orientale, il Tirso che sfocia nel golfo di Oristano e il Coghinas, che sfocia a Nord nel golfo dell'Asinara . Un altro importante fiume è il Temo che sfocia a Bosa ed è l'unico fiume navigabile della Sardegna. Le acque dei fiumi sardi sono state imbrigliate a formare laghi artificiali e dighe. Di rilevante interesse, anche dal punto di vista naturalistico-ambientale, le acque che dal sottosuolo riaffiorano in sorgenti carsiche all'aperto e in grotta.
Sono diverse le sorgenti termo-minerali sgorganti dalle fratture del terreno dovute agli antichissimi processi di vulcanismo del Terziario e Quaternario. Le acque sono sfruttate a scopo terapeutico e vengono commercializzate come bevanda.
Il clima dell'isola è generalmente mite, influenzato da masse d'aria provenienti dall'Atlantico, dall'Africa e dall'Artico.
Il tempo è sereno: nell'arco dell'anno circa 300 giorni sono di sole ed i restanti di pioggia, con una maggiore concentrazione della piovosità nella stagione invernale ed autunnale e qualche improvviso acquazzone nella stagione primaverile.
La temperatura media di Luglio è di 23.9° mentre quella di Gennaio è di 11.1°; il tasso di umidità si aggira intorno al 70% (media annuale).
L'isola è molto ventilata. Il maestrale, vento dominante di Nord Ovest, è fresco e pungente in inverno, mentre d'estate mitiga il caldo, rendendo l'aria più secca e respirabile.
Meno frequenti lo scirocco - cui è esposta la costa meridionale - e i venti di levante e di Nord-Est, che soffiano lungo la costa orientale.

Tratto da: regione.sardegna.it

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